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Per Achille Giraldi e Luigi Renna contro Giuseppe Miele e Comune di Altavilla Irpina,

A relazione dell’Ill.mo Giudice Avv. S. Conforti, Benevento 1913

[De Maio, Aniello -Cocchia, Domenico - Mele, Ettore]

*   *   *   *

   Nei primi anni del ‘900, ad Altavilla, un consistente ampliamento urbanistico insieme a migliori condizioni generali del tessuto sociale dovute alla costruzione della nuova strada ferrata, alla disponibilità di acqua potabile e al diffuso benessere legato alle miniere dove l’estrazione dello zolfo e l’organizzazione del lavoro avevano portato nella cittadina maestranze provenienti da tutta l’Italia, indussero l’Amministrazione comunale a mettere mano ad una serie di opere e innovazioni nell’arredo e nella funzionalità urbana. Si passò dall’abbattimento di alcune strutture che davano intralcio alla circolazione pedonale e carrabile, al rifacimento della pavimentazione stradale, alla realizzazione di nuove facciate di edifici storici come la Chiesa madre o il Palazzo comitale, ai marciapiedi, alle fogne e dulcis in fundo alla pubblica illuminazione a gas acetilene il cui impianto fu sicuramente rivoluzionario per l’epoca, specialmente nel Meridione d’Italia. In molte nazioni, che si erano dotate di moderni impianti di illuminazione, l'utilizzo dell'acetilene restava infatti circoscritto a pochissime città, solitamente le più industrializzate o interessate da consistenti flussi turistici come quelle in Germania o Francia e Stati Uniti. In Italia invece erano soprattutto le grandi città del nord che vantavano moderni impianti di pubblica illuminazione che facevano uso dell’elettricità mentre i piccoli paesi, specialmente quelli del Sud, utilizzavano essenzialmente il petrolio. Nell’ Annuario Generale Dell’Acetilene di Sisto Begliuomini, repertorio di riferimento all'epoca per l’utilizzo dell'acetilene, si legge, riguardo a questo gas ed alla sua utilità :

    "........ Presentemente in Italia la maggior parte delle città sono illuminate a gas o a luce elettrica e questa illumina anche una grande parte di piccoli paesi. Pero in questi ha la maggioranza il petrolio che da molto tempo avrebbe ceduto il posto all’ elettricità o al gas usuale se ciò fosse convenuto ai Municipi che hanno dovuto forzatamente per economia conservare il petrolio. Ma ecco che ora possono trovare nell’ acetilene quello che non hanno potuto avere fino ad ora. E’ da credere che in un avvenire non molto lontano, la illuminazione pubblica a petrolio ceda il posto all’ acetilene ed ora direi quasi, che in alcuni posti, anche il gas comune e l’elettricità dovranno a causa delle spese enormi cedere il posto all’acetilene……….. Ecco un preventivo per l’ istallazione di una centrale a gas acetilene per una piccola città con 500 becchi dei quali 40 per l’ illuminazione pubblica.

                          Appareccbio generatore e Gazometro. .                   3.500

                          Tubazione in ferro 2.500 metri . . .                      7.750

                           40 Lampioni …                                                   3.200

                           Fabbricati diversi…                                            2.500

                                                                                    Totale L. 16.950

Nelle 16.950 non è compresa la scavazione del terreno che vien fatta a spese del Municipio. Dai dati sopra descritti si vede che I’ impianto di piccole officine a Gas Acetilene non è tanto caro, che costa la terza parte dell’ elettricità e 2/3 dell’ officine a Gas usuale, cosi si potrebbero formare delle società per I’ uso delle officine nei piccoli centri....... "  ( In : Begliuomini, Sisto, Annuario generale dell'acetilene : guida scientifica e commerciale degli acetilenisti, Anno I- 1902)

Utilizzare l’acetilene e “ formare Società per uso delle officine” è proprio ciò che si verificò ad Altavilla quando nel 1903 il Comune concede alla Compagnia Urbaine d’éclairage par le gaz acétyléne di Parigi la costruzione e gestione dell’impianto a gas acetilene, per una durata di trent’anni. Nel 1905, il Sig. Giuseppe Miele viene incaricato dall’azienda francese di esigere le somme dovute dal Comune e dai privati. Intanto nel 1907 la Compagnie Urbaine fallisce e viene nominato un curatore al quale il Miele richiede un sequestro conservativo dei beni. In particolare il Miele vuole ottenere lo stabile dell’officina, per un credito vantato di circa 8.000 lire. Il curatore fallimentare concede invece lo stabile ai Signori Achille Giraldi e Luigi Renna come maggiori offerenti “…. I diritti dell’Urbaine …. come tutto il materiale industriale …." A loro volta ".... i cessionari si obbligavano a pagare al Miele le somme che gli fossero dovute in seguito a liquidazione dei conti…”

Questo antefatto innesca una lite che porta gli attori innanzi al tribunale di Avellino chiamato a decidere sulla esecutorietà del contratto stipulato dal curatore fallimentare con i Sigg.ri Renna e Giraldi. La presente difesa viene prodotta in risposta alle tesi portate in giudizio dal Miele contro i Sigg.ri Renna e Giraldi.

 

 

c 184 GiraldieRenna contro MieleGiuseppe 1913 00001