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I carbonari irpini del 1828, veri Padri della Patria.

( di Edmondo Marra, In: Volturara Irpinia/ 3 giugno 2013)


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   La Carboneria è , dopo la Repubblica napoletana del 1799 , il primo grande momento di aggregazione contro il dispotismo e la tirannide in nome dei valori della libertà e dell’eguaglianza . Non movimento di massa, ma maturazione culturale di una classe di notabili sulle spinte della Rivoluzione francese e del decennio francese nel Regno di Napoli dal 1806 al 1815 , cresce con componenti variegate e complesse e sfocia nei moti del Luglio 1820 .

   La repressione è chirurgica e concreta con la morte civile di tanti notabili, professionisti, impiegati comunali e sacerdoti aperti alle nuove idee . Inizia nel 1822 e termina nell’estate del 1840, quando gli ultimi carbonari vengono tolti dal controllo della Polizia .

Un documento importante e dimenticato è il rapporto dei servizi polizieschi sui nominativi dei carbonari del 1828, ben otto anni dopo i moti di Silvati e Morelli , che avevano pagato con la vita il loro anelito di libertà .

   Un mero elenco di nominativi che nasconde un retroterra di ideali e di aspirazioni in un contesto economico e sociale statico da secoli, con limitazione delle libertà individuali e repressione di ogni ideale libertario. Un microcosmo che merita di essere rivisitato e considerato , dove non esistono eroi o protagonisti della Storia , ma uomini semplici che hanno subito angherie di ogni tipo nella quotidianità . Qualche volta hanno perso la vita e spesso si sono visti penalizzati negli affetti familiari e nel lavoro che hanno dovuto abbandonare per sempre .

   Dall ‘analisi del documento emergono alcune considerazioni di carattere obiettivo :

  1. ) Si fa notare che la maggior parte degli impiegati comunali nella Provincia di Avellino hanno degli acciacchi settari ?.
  2. ) Ogni notte nella casa del real Giudice di Paternopoli si tengono delle riunioni segrete .
  3. ) Assicurarsi dello stato di tranquillità nei Comuni di Serino e Solfora
  4. ) visitamento da portare a taluni individui di Caposele .
  5. ) Presenza in Montoro di una nuova setta .
  6. ) nota di alcuni individui del Principato Ultra come appartenenti a nuove sette nello scopo di rivolta .
  7. ) nuova setta in Montoro con deposito di armi nelle Chiese e nelle sepolture.
  8. ) Nuovi settari in Solofra .

   Segue un elenco di carbonari da controllare e da arrestare in tutta la Provincia .

D’Amato Luigi capocivico, D’Amato Michele, D’Amato Domenico e D’Amato Nicola tutti di Paterno, D’Avanzo Andrea di Baiano, Amato Iuliano Giuseppe di Castelfranci, Alcide Serafino di Solofra, Amato Pasquale di Caposele, Bosco Giuseppe Capourbano di Caposele, Pisani Diofebo di Montecalvo, Bovio Tommaso di Chiusano, Barra Luca di Avellino, Benevento Domenico di Volturara, Sozio Donato di Caposele, Cangirnella Luigi di Ariano, Cossi Liverio di Avellino, Clemente Nicola di Montella, Cella Benedetto e Cella Casimiro di Castelfranci , Capone Giuseppe, Crocetta Luigi di Montoro, Cieri Francesco di Castelfranci, Capivo Lorenzo di Bagnoli, Ciliberti Carmine di Solofra , Candela Antonio di Volturara, Celli Domenico di Bagnoli , Capozzi Giuseppe di Castelfranci, De Cristofano Ferdinando di Volturara, Cerrato Alessio di Mirabella , Ferrara Raffaele di Montoro, Guarino Francesco di Solofra, Giordano Agnello di Prata , Galdi Nunzio di Solofra, Guarini Tommaso di Solofra, Guarini Carmine di Solofra, Guarini Vincenzo di Solofra, Guarini Gregorio di Solofra, Galdi Nunziante , Giliberti MicheleArcangelo, Grassi Lorenzo di Sant'Agata di Sotto, Guarini Francesco di Solofra , Giannattasio Nicola, Iorio Giuseppe di Paterno, De Iovanna Salvatore di Mirabella, Lenza Nicola di Paterno, Simoncelli Gaetano di Montefusco, Mercogliano Luigi di Solofra, Tellone Gaetano di Montefusco, De Maio Nicola di Sant'Agata di Sotto di Solofra, Napuro Andrea di Manocalzati, Preziosi Giuseppe di Atripalda, Mazzei Carmine di Chiusano , Piemonte Antonio di Solofra , Preziosi Stefano di Avellino, Pepe Nicola di Torchiati, Pepe Mauro di Torchiati, Pepe Gennaro di Torchiati, Pepe Francescoantonio di Torchiati, Pironti Giuseppe Capourbano, Pepe Domenico di Solofra, Pepe Pasquale di Montuoro, Penta Leonardo di Mirabella, Romaniello Pasquale di Paterno, Riola Vincenzo di Montefusco, Rotondi Pascale medico di Torre Nocelle, Riola Michele di Montefusco, Rossi Michele di Montoro, De Rogatis Angelo sacerdote di Caposele, Ranucci Saverio di Avellino, Romano Salvatore di Montoro, Santangelo Michele di Mercogliano, Sara Nicola di Paterno, Scarabino Antonio di Bagnoli, Sarni Luigi di Morra, Severino Annamaria di Altavilla , Troisi Gioacchino di Paterno, Vittoli Ciriaco di Paterno ( Sindaco ), Vaccaro Cesare di Solofra .

   Ottanta nominativi , tra i quali una donna, figli del fior fiore dei notabili provinciali che vengono definiti incapaci di ravvedimento, amanti di novità ,nemici del Re, essendo talmente radicate in loro le idee del liberalismo. Il documento mette anche in evidenza la ramificazione della Carboneria in modo capillare in tutti i paesi ed in special modo nelle Chiese, nei palazzi comunali e nelle scuole .

   Questi uomini rappresentano il cardine sul quale nei decenni successivi si svilupperanno le idee mazziniane e le vicende garibaldine che porteranno all'Unità d’Italia. La loro azione, non frammentaria o improvvisata, ma frutto di una maturazione collettiva avvenuta negli anni , non si esaurisce con la repressione instaurata dal regime, ma passa solo alla fase segreta e continua come un fuoco negli anni fino al 1861, passando per la primavera del '48 .

   Questi uomini persi nel vento della dimenticanza sono da considerare i primi veri Padri della Patria, anche se la maggior parte di loro non ha potuto vedere l’alba dell’Unità d?Italia, perché il breve volgere della loro vita non glielo ha concesso .

 

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