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Un Maestro di scuola ed il suo incarico all’insegnamento tra liti e rancori nelle opposte fazioni del clero altavillese. Anno 1788

(Archivio di Stato di Napoli. Reale Camera di Santa Chiara, Bozze di consulta, vol.636, fogli 142 r. - 146 v.)

a cura di Raffaele Sarti e Giuseppe Sabatino

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   Il documento che segue, il cui originale è custodito presso il Grande Archivio di Stato di Napoli, è tratto da un fascicolo riguardante un sacerdote altavillese, certo Antonio Marini, la cui ricca biografia è contenuta in un interessante lavoro dato alle stampe nel 1999 da Andrzej Dròzdz, Professore di Biblioteconomia presso l’Università di Cracovia in Polonia. L’antefatto che precede il contenuto del nostro documento è abbastanza intricato:

  

   Si tratta di una lunga controversia, accompagnata da illazioni, calunnie e ricorsi, tesa a screditare la figura e l’operato del sacerdote Antonio Marini contro il quale si mobilitano molte persone di Altavilla allo scopo di evitare che gli venga assegnata, in qualità di maestro, una delle scuole funzionanti nella cittadina, alla fine del ‘700. A leggere la biografia del Marini, come descritta dal Prof. Dròzdz, si comprende che l’odio, il rancore e le pesanti allusioni che circolavano in paese nei riguardi di questo sacerdote, erano motivate da ragioni estremamente venali, nello specifico tutto aveva inizio da una cospicua donazione a lui fatta dal genitore Filippo Marino; motivo sufficiente per attirarsi le ire dei fratelli i quali, come scrive il Prof. Dròzdz, vissero ad Altavilla, in situazioni di concubinato e relazioni molto discusse. Alla morte del vecchio genitore, Filippo Marino, i due fratelli maggiori del sacerdote arrivarono addirittura a cacciare di casa la propria madre, sebbene ella avesse ancora figli piccoli. Costei fu accolta dal figlio prete, Antonio, al quale lasciò in riconoscenza alcuni beni. I fratelli, allora, tramite complici compiacenti, cercarono di screditare il sacerdote “….accusandolo di avere mali costumi “ e “attacchi con le donne”. Addirittura promisero ricompense a coloro che, confermando le accuse, lo screditassero agli occhi di un delegato della Curia, venuto ad Altavilla per indagare sulla questione. Fu la sola madre, Amata de Vito, a scagionare il figlio dalle accuse dei fratelli e sebbene vi fosse stata una riappacificazione pur tuttavia, a distanza di pochi anni, nuove ingiurie e altre colpe furono addebitate al sacerdote, ingiurie avallate anche dal curato locale Crescenzo Villani che nel 1785 lo accusò di essere “….colpevole di numerosi delitti sia contro la Chiesa che contro le leggi della natura ….” e di incitare “…le zitelle al peccato e le donne all’adulterio..” A motivo di ciò l’Arcivescovo chiese formalmente ed ottenne la reclusione del prete presso un convento, prima a Benevento e poi a Napoli. Successive indagini discolparono però il Marini grazie alle testimonianze di numerosi sacerdoti ma grazie soprattutto alle deposizioni di molte persone colte e probe di Altavilla le quali confermarono la vita esemplare del prete e le sue buone qualità, per essere egli, fra il clero di Altavilla, “…il più dotto, savio e prudente…” Soltanto nel 1784 però il Marini fu assolto con formula piena e lo stesso Re, Ferdinado IV, pur di mettere fine alle continue illazioni sentenziò in modo definitivo che quanto stabilito dal caporuota del tribunale di Montefusco, riguardo al Marini, “…era la verità e non altra….”

   Questo clima da caccia alle streghe precede di pochi anni la vicenda descritta nel documento che qui riportiamo nel quale, da una parte troviamo un esiguo numero di cittadini, verosimilmente la parte più colta, i quali, convinti che il maestro da sostituire, certo Don Ignazio Caruso, fosse un incompetente, ne chiedono la sostituzione con il sacerdote Antonio Marini; dall’altra, invece, troviamo gran parte della cittadinanza la quale, convinta - forse in buona fede- della cattiva reputazione del Marini, avallata dal clero locale oltre che da persone vicine ai fratelli del prete, si batte perché sia riconfermato il maestro titolare, Don Ignazio Caruso. A causa di queste opposte posizioni le parti ricorrono alle autorità superiori, addirittura al Re. Intanto, per definire la questione, la cittadinanza si riunisce in pubblico parlamento, creando le premesse perché si potesse giungere ad un decisione definitiva.

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   Il Ministro degli affari ecclesiastici, Carlo de Marco, in data 17 maggio 1788 invia la comunicazione, qui riportata, alla Reale Camera di Santa Chiara, organo competente a decidere.

( Sul margine sinistro della lettera, in alto, si legge :..a dì 24 maggio 1788 si sono dati gli ordini al Governatore locale per li convenienti lumi. E ancoraa dì 12 luglio 1788 si è diretta al Governatore di Altavilla in Avellino )

 

Scuola 1788 p5M

 

Gl’infrascritti Cittadini di Altavilla, chiedono, che nella Scuola che si mantiene da quella Congregazione di San Bernardino vi si rimetta per Maestro il Prete Don Antonio Marini o che si elegga altro idoneo soggetto, essendo il presente incapace a tal mestiere. E S.M. (Sua Maestà) comanda che la Reale Camera (1), prese le debite dilucidazioni, dia le provvidenze ( provvedimenti – disposizioni ) che siano più convenienti su l’esposto.

Dal Palazzo, 17 Maggio 1788. Firmato Carlo de Marco.

 

 

 

 

 

1) La Real Camera di Santa Chiara fu istituita a Napoli da Carlo di Borbone nel 1735 ed era un organo con funzioni giurisdizionali e consultive, incaricato anche di conservare gli atti della cancelleria del Regno. La Real Camera deliberava su questioni di natura ecclesiastica e laica relative ai benefici e ai patronati oltre a dare pareri su materie riguardanti l’amministrazione del regno.

 

 

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   Segue, in data 28 giugno 1788, altra breve comunicazione del Ministro Carlo de Marco inviata sempre alla Reale Camera di Santa Chiara. La lettera è rimessa agli atti (protocollata) con la data 18 agosto 1788. In essa si legge :

 

Scuola 1788 p4MDi pregevole Ordine rimetto alle SS. LL. II. gli annessi ricorsi del Prete Don Antonio Marini e della Congregazione di San Bernardino di Altavilla relativi alle controversie per la Scuola che si tiene dalla suddetta Congregazione di cui era Maestro il Marini affinché la Real Camera si faccia anche carico di quanto da dicti vicendevolmente si espone nell’eseguire gli ordini datile sul ricorso dé Cittadini di Altavilla.

Dato il 28 Giugno 1788. Firmato : Carlo de Marco.

 

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   A distanza di poco tempo, ossia in data 13 agosto 1788, il Governatore di Altavilla, Gregorio d’Ambrosio, investito della questione, invia rapporto a Don Pietro Rivellini, Segretario della Reale Camera di Santa Chiara.

 

Scuola 1788 p6MIll. mo Signore,

avendo alcuni cittadini di questa Terra di Altavilla, al numero di 14, chieste le sovrane provvidenze perché nella Scuola che si mantiene da questa Congregazione di San Bernardino vi si rimetta per Maestro il Prete Don Antonio Marini o che si elegga altro Soggetto idoneo, asserendo essere l’attuale Maestro incapace a tal mestiere; V.S. Ill.ma d’accordo colla Reale Camera si degnò ordinarmi con sua veneratissima in data dé 12 Luglio di questo corrente anno, che intesa Questa Università in pubblico parlamento (2), i Superiori di detta Congregazione e chiunque altro conveniva ne fosse informato ed avesse riferito su tal domanda, con individuare se effettivamente l’attual Maestro di detta Scuola sia incapace ad esercitare tal carica.

In esecuzione dunque di un tal venerato comando mi do l’onore di riferire a V.S.Ill.ma ed alla Regia Camera come, avendo in prima, fatto notificare copia della suddetta Sua stimatissima tanto agli Eletti di questa Università, quanto al Priore ed Economi della cennata Congregazione ed essendosi servata servandis congregata la maggior parte dé Cittadini ed il detto Priore ed Economi in pubblico parlamento per vedere cosa mai si risolveva su la suddetta domanda di detti Cittadini tutti, nemine discrepante, hanno risposto e conchiuso di non volere affatto che si rimetta

2) Il Pubblico parlamento corrispondeva, in parole molto povere, ad una specie di consiglio comunale allargato, presieduto dal Sindaco e dagli Eletti, con la partecipazione attiva di tutti i cittadini aventi diritto di voto. Eletti e cittadini deliberavano a maggioranza. 

Scuola 1788 p7Mnella suddetta Scuola il nominato prete Don Antonio Marini né vogliono che si elegga altro soggetto ma vogliono che l’attuale Maestro di detta Scuola, Rev.do Don Ignazio Caruso continui ad esercitare una tal carica per essere idoneo e capace per tal mestiere e tanto più perché è esemplare à Giovani. Che poi detto attuale Maestro sia capace ed idoneo a tal mestiere, dai documenti che mi sono stati presentati, rilevo che il medesimo, affin di esercitare la carica di detta Scuola, nel dì 11 Aprile dello scorso anno 1787 ebbe l’approvazione ed il permesso dalla Curia Arcivescovile di Benevento di potere insegnare à Giovani la virtù. In sequela di questo ed a tenore delle Regali Prammatiche (leggi, norme) nel dì 12 Aprile dell’stesso scorso anno 1787 fu esaminato da questa Regia Udienza di Montefuscoli e fu approvato con accordargli il permesso e la licenza di fare il Maestro di Scuola. Oltre di ciò il detto è confessore dell’uno e dell’altro sesso e fu anche approvato nel concorso dell’Arcipretal Chiesa di Grotta Castagnara di questa Archidiocesi di Benevento. Soggiungo finalmente che mi si è presentato dispaccio della Segreteria del Sig. Marchese Don Carlo de Marco in data dé 21 marzo 1786 in dove fin d’allora la Maestà Sua DG ( Dio abbia in gloria) si benignò di approvare la detta elezione fatta in persona di detto Caruso dal Priore ed Economi della cennata Congragazione a ciò per aver alcuni zelanti cittadini di questa medesima Terra fatto ricorso alla Maestà del Re acciò si fusse eletto il nuovo Maestro trovandosi allora detta Scuola in persona di altro soggetto che esercitava la carica di altra Scuola Pia della SS.ma Annunciata. E questo è quanto in discarico del mio dovere doveva riferire a Vostra Signoria Illustrissima ed alla Regia Camera. Mentre con ogni dovuto ossequio la bacio la mano .   Altavilla 13 agosto 1788

Di V.S. Ill.ma Devotissimo ed Umilissimo servitore, Gregorio d’Ambrosio Governatore

 

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       Segue, infine, con data 18 agosto 1788, una comunicazione priva di firma ( trattasi di una minuta, viste anche le correzioni apportate al testo), presumibilmente inviata alla Segreteria Reale, contenente le conclusioni cui l’estensore del documento è arrivato, riguardo alla questione sollevata dai cittadini di Altavilla.

 

Scuola 1788 p1MPer il Maestro di Scuola eretta dalla Congregazione di San Bernardino di Altavilla.

S. R.M. (Sua Reale Maestà ) A dì 18 Agosto 1788

Sig.re

Alcuni cittadini di Altavilla con supplica al detto Trono, chiesero che nella Scuola che si mantiene da quella Congregazione di San Bernardino, vi si destinasse per Maestro il Prete Don Antonio Marini o altro Soggetto idoneo per essere l’attuale, qual’è il Sacerdote Don Ignazio Caruso, incapace a tal Mestiere.

All’opposto, per parte della divisata Congregazione, dopo di essersi esposto che il divisato Sacerdote Caruso sia idoneo e capace ad esercitare la suddetta Carica e fornito di ottimi requisiti, si è domandato il suo Procuratore ( difensore, avvocato) nel trattarsi l’affare.

Con due venerate carte del 17 maggio e 28 giugno corrente anno, per la Segretaria dell’Ecc.ma RM ( Regia Maestà), in rimettere gli accennati ricorsi alla detta Camera ( di Santa chiara) le impose che, prendendo le debite dilucidazioni sull’assunto, desse le convenienti provvidenze. A ben adempiere il Sovrano Cenno, avendo la detta Confraternita chiesto informazioni al Governatore di Altavilla, il medesimo ha fatto presente che essendosi congregata la maggior parte dei cittadini ed il

 

Scuola 1788 p2MPriore ed Economi in pubblico parlamento, tutti, nemine discrepante, abbiano conchiuso di non volere affatto che si destini per Maestro della divisata Scuola il Detto Antonio Marino né altro Soggetto ma che continui ad esercitare una tal carica il Suddetto sacerdote Don Ignazio Caruso per essere idoneo e capace ed esemplare per i giovani.

Ha riferito inoltre che il medesimo, affin di esercitare la carica suddetta, in aprile dello scorso anno 1787, ebbe l’approvazione ed il permesso dalla Curia Arcivescovile di Benevento di poter insegnare à giovani la virtù ed indi, a tenore delle Nostre Prammatiche (3) , fu esaminato ( al lato si legge : ed approvato) dalla Udienza Provinciale e gli fu accordata la licenza di fare da Maestro di Scuola ( al lato si legge : con disposto del dì 21 marzo 1786 si approvò l’elezione fatta in persona di esso Caruso di Maestro della Scuola suddetta ) e finalmente che lo stesso sia confessore dell’uno e l’altro sesso e fu anche approvato nel Concorso dell’Arcipretale Chiesa di Grotta Castagnara (Grottolella).

Propostosi l’affare nella detta Congrega, la medesima, attente le circostanze che ricorrono nell’attuale

 

Scuola 1788 p3MMaestro di Scuola, Don Ignazio Caruso, approvato nelle forme all’esercizio di tal carica, stima che possa RM ( Regia Maestà) degnarsi far sentire ai ricorrenti Cittadini di Altavilla che non ha luogo la loro dimanda perché il medesimo se ne rimuova .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3) Le prammatiche corrispondevano, sommariamente, alla normativa vigente dell’epoca

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