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Categoria principale: 11.6 Atti e Contratti
Categoria: 11.6.1 contratti tra privati

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Lasciti e disposizioni testamentarie di Antonio Fuschetto, possidente altavillese, in un contratto notarile del 1704 [Fischetti]

di Giuseppe Sabatino e Raffaele Sarti

(Biblioteca Caruso : Atti del Notaio Domenico Giordano, 1703 – 4)

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 Testamento 28 4 1704 128 aprile 1704 . Altavilla.

Testamento di Bartolomeo Fuschetto, oriundo della Terra di Reini (Reino - BN), “…..uxorato (sposato) et abitante in hac Terra di Altavilla…..”

“….. Perché l’istituzione dell’herede è capo e principio di qualsivoglia testamento, senza la quale si direbbe nullo…. (1) dispone che la moglie e i figli Giovanni, Giuseppe, Vincenzo, Antonio e Marco…..fratelli carnali, figli legittimi e naturali d’esso testatore, procreati in costanza di pubblico matrimonio con Giovanna di Pierri sua moglie, succedano nell’eredità nel seguente modo :

…… Lascia che alla suddetta Giovanna sua moglie che sia Donna e Patrona de tutti i suoi beni ed eredità sua vita durante e che detti eredi non la possano molestare né cacciare da detti suoi beni; e (in) caso che detti fratelli ed eredi ut supra volessero cacciare la detta Giovanna da detta eredità siano tenuti e debbiano darle l’alimento ed habitatione per la somma a sostentatione di detta Giovanna…..

………Item lascia in dotem e per le dote di Catarina Fuschetto, sua figlia legittima e naturale e sorella carnale di detti eredi ut supra istituiti, docati cento cinquanta, quali segli debbiano dare e consegnare in tempo del suo futuro maritaggio, tanto delli beni paterni come materni et non altrimenti…. (2)

Item lascia per sua anima una vice tantum docati cinque alli Signori Arciprete e Canonici della Collegiata di questa (Terra) acciò, secuta sua morte, immediatamente debbiano celebrare tante messe quanto ne caperanno, e quelle non s’intendono con il fonderale ( funerale) (3) ; oltre lascia raccomandata la detta Anima alli suoi eredi acciò per l’avvenire non se dimentichino delli benefici fattoli………..”

 

 1) Istituzione dell’erede. Già nell’antica Roma il testamento doveva obbligatoriamente cominciare con l’istituzione di uno o più eredi altrimenti era nullo. Questa norma, derivante dal diritto romano, continua fino all’età moderna quando l’istituzione dell’erede costituisce ancora il principio e la base di un testamento. Nel caso essa fosse viziosa oppure omessa, il testamento era nullo o di nessun effetto. In quest’ atto notarile, il testatore, si badi bene, istituisce come eredi i figli maschi e la moglie ma non la figlia Caterina la quale, malgrado ciò, ottiene comunque la sua parte di eredità. Una scelta che, ancora una volta, testimonia come la donna, in questo caso la figlia femmina, ricopre un ruolo secondario nella gerarchia della famiglia.

2) Docati cento cinquanta rappresentavano per l’epoca una somma consistente.

3) I docati cinque lasciati ai preti della Collegiata, in pratica, dovevano servire per celebrare un certo numero di messe, in suffragio della sua anima ( tante, quante ne caperanno…. quante cioè potranno essere celebrate con quella somma ).

 

 “….Nota delle persone quali tengono animali d’esso testatore che sono :

“…… In primis deve conseguire da Domenico Pascariello di Terra Nova fossaceca (4) docati venti due e grana dieci improntatoli (prestati); di più il suddetto Domenico tiene un paro di Giovenchi comprati per docati dece nove e mezzo (5) ; di più lo suddetto Domenico tiene una bestia somarina con polletro sopra anno, comprata per docati dodici e mezzo, dalla quale ne corrisponde il menando….. (6)

………Item Sabatino Pascariello di detta Terra di Terra Nova tiene un paro di Bovi comprati docati quaranta cinque e mezzo, del quale ne corrisponde il menando; di più il medesimo Sabatino tiene un paro di Giovenchi comprati docati sedici e mezzo; e più il medesimo Sabatino deve docati dieci a conto della pendenza hauta sopra il paro delli Bovi quali stavano comprati docati cinquanta e detti docati dieci sono per la portione ad esso testatore spettata…… (7).

……..Item deve conseguire da Domenico Russo del Casale delli Russi di detta Terra di Terra nova fossaceca docati venti nove sin dall’anno 1695 delli quali esso testatore solo ne ha perceputo docati undeci di 3° (interessi); deve conseguire l’altro restante delle 3° poi che detti denari stavano dati al nove per cento (8).

……...Item Gennaro Vassallo tiene un paro de Bovi comprati docati sessant’uno, ne corrisponde il menando; di più se deve conseguire dal medesimo Gennaro docati sette e similmente sono che esso testatore improntò ( prestò) ad esso de Vassallo per estinguere lo credito della Chiesa della SS.ma Annunziata di questa suddetta Terra che era contro detto de Vassallo, stanno assicurati sopra la Bestia sommarina d’esso Gennaro….. (9)

 

 4) Terranova, frazione di Arpaise, è il nome del villaggio ricostruito a seguito della distruzione del primitivo borgo, avvenuta (XII ?) per causa di terremoto ma più probabilmente per smottamento del terreno. Da qui l’etimo “terra nova” dato al borgo ricostruito. La specificazione fossaceca invece è probabilmente dovuta alla posizione dell’abitato edificato in una gola ossia in una specie di fosso che non aveva seguito e senza visuale (vicolo cieco) .

5) Giovenchi ossia giovani buoi. Il prezzo di docati dece nove e mezzo equivaleva a circa 80 giornate lavorative di un bracciante agricolo dell’epoca; cifra importante per due buoi che soltanto poche persone potevano permettersi !

6) Il Menando consisteva nel concedere - ad una terza persona - animali da utilizzare nel lavoro da cui si poteva ricavare reddito e dividerne il guadagno. I buoi, ad esempio, erano utilizzati in passato ad Altavilla per arare e, soltanto una volta vecchi, venivano macellati.

7) Si tratta di un parte di menando non pagata e perciò da considerare come un debito.

8) Anche in questo caso si tratta di un debito ossia di terze (interessi), calcolate nella misura del 9 %. Oltre il 10 % veniva considerata usura secondo le leggi dell’epoca !

9) Il somaro di proprietà del Vassallo garantiva i ducati sette, avuti in prestito allo scopo di estinguere un debito contratto con i canonici della Chiesa dell’Annunziata. Il somaro rappresentava quindi la garanzia, una specie di fideiussione.

 

……….. Item se devono conseguire da Nicola, Carlo e Bartolomeo Mignone di Lenti (Lente ?) casale di Benevento docati cento e sei, prezzo di tanti bovi delli quali vi sta istrumento in Benevento rogato per Notare Pietro Antonio D’Auria di detta Città, alli quali ne deve conseguire l’interessi……… (10)

…………Item deve conseguire dal Reverendo Don Giuseppe Pulzone di detta Terra di Terra nova fossa ceca, docati sessanta cioè docati cinquanta quattro di capitale e perché se donò tutte le terze decorse di molt’anni, esso testatore se contentò solo di docati sei che in uno fanno docati sessanta, pagabili à 23 dicembre del corrente anno 1704 e mancando dal pagamento nel suddetto giorno assegnato vuole esso testatore che detti suoi eredi possano esigere docati venti due di 3° che importeranno, stante esso testatore in tanto ce l’ha lasciati e donati in quanto facesse detto pagamento in detto tempo, che però mancando ut supra non s’intendaranno docati tre rilasciati, ma resta a l’atione a detti suoi eredi d’esigerle per intero……(11)

Item Fulvio Bruno di detta Terra d’Altavilla tiene a menando una Bestia somarina mascolo apprezzato docati nove e mezzo…….

Seguono le solite frasi di rito del Notaio.

 

 10) In questo caso si tratta di una vera e propria “ vendita di capitale “ (prestito), garantito dal valore dei buoi. Trattandosi di somma di una certa importanza, il rapporto tra le parti viene perciò definito attraverso un atto notarile, cosa molto frequente all’epocaquando si instauravano relazioni commerciali di questo tipo.

11) Il concedere capitali a prestito fu un fenomeno frequente, vista anche la mancanza di istituti di credito disposti a farlo.Le chiese, i preti, le confraternite e, ovviamente, i privati che potevano disporre di capitali escogitarono i modi più artificiosi per far apparire leciti prestiti che invece, molto spesso, rasentavano l’usura. Molti atti notarili ma anche i dati degli antichi catasti giunti fino a noi, sebbene laceri e parziali, ci confermano che ad Altavilla il fenomeno fu sicuramente molto diffuso. Ma non c’è da stupirsi, era la normalità e se in altri paesi il prestito non ebbe eguale diffusione ciò fu dovuto soltanto ad una economia più stagnante

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