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 Il fondo antico dello “ Stato civile” di Altavilla Irpina attraverso nuovi strumenti di

 

ricerca : dalla digitalizzazine alla disponibilità di una banca dati

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   Il servizio di Stato civile fu istituito nel Regno di Napoli da Gioacchino Murat con legge del 29 ottobre 1808 che stabiliva di affidare a pubblici funzionari o ufficiali dello Stato civile (sindaci o secondi eletti) il compito di registrare nascite, matrimoni e morti, compito che in precedenza era di stretta competenza dei parroci.

   Caduto l’impero napoleonico, durante il periodo della Restaurazione, le registrazioni anagrafiche tornarono ad essere di competenza delle parrocchie, con l’eccezione di alcune regioni, come ad esempio il Regno delle Due Sicilie e il Ducato di Modena e Reggio, mentre in altre regioni fu adottato un sistema misto.

Il servizio di Stato civile fu successivamente “ *…… confermato dopo l'Unità d' Italia con R.D. 31 dicembre 1864 n. 2105 e quindi definitivamente ed obbligatoriamente adottato da tutti i comuni del Regno con legge 20 giugno 1871 n. 297…..

   Nell'atto di nascita venivano indicati il giorno, l'ora, il luogo, il sesso del neonato, i nomi che venivano imposti, le generalità, il domicilio e la professione del padre e della madre.

In caso di neonati abbandonati, l'Ufficiale dello Stato Civile aveva l'obbligo di segnalare le circostanze del ritrovamento ed eventuali segni particolari o oggetti trovati nelle fasce del bambino, per favorirne un possibile riconoscimento.

   I matrimoni avvenivano dopo tre giorni dalle due pubblicazioni, affisse alla porta della casa comunale a otto giorni l'una dall'altra; venivano celebrati nel comune di residenza di uno degli sposi, di cui venivano indicati nome, cognome, professione, età, luogo di nascita, domicilio. Seguivano le generalità dei genitori degli sposi e dei testimoni.

   Gli atti di morte venivano redatti solo dopo la costatazione da parte dell'Ufficiale Giudiziario dell'effettivo decesso.

   Gli Atti Diversi infine contengono atti di cittadinanza e gli indici decennali degli atti di nascita, di matrimonio e di morte…..”

( *Marisa Bellucci, Nota introduttiva, In : M.R.Postiglione (a cura di), Atti dello Stato Civile dei comuni della Provincia di Avellino [inventari.san.beniculturali.it- inventari-1 dicembre 2018 ])

   Presso l’Archivio di Stato di Avellino è custodito un importante "fondo" contenente i registri dello Stato civile ordinati alfabeticamente per singolo comune (non sempre di facile consultazione da remoto): si tratta di un fondo pervenuto a seguito di versamento effettuato dal Tribunale di Avellino presso il quale veniva, e viene tutt'oggi, depositata la seconda copia dei registri dello Stato civile mentre la prima restava negli archivi dei rispettivi comuni.

   La digitalizzazione e la pubblicazione di queste copie pertinenti ad Altavilla, custodite presso la Biblioteca Comunale “Caruso” e consultabili secondo regolamento comunale, è stata autorizzata per altavillahistorica e materialmente viene effettuata dall’amico Giancarlo Mauro che con l’occasione ringraziamo, unitamente alla figlia Ilaria, per il lavoro di elaborazione dei singoli file di immagini.

Altavillahistorica utilizzerà questa importante “banca dati” nel rispetto della normativa in materia di diritto d'autore (L. 633/1941 e successive modifiche) e nel rispetto delle Regole deontologiche per il trattamento a fini di archiviazione nel pubblico interesse o per scopi di ricerca storica, regole che invitiamo a leggere attentamente affinché, nell´esercitare l´attività di studio e di ricerca, siano comunque salvaguardati principi di riservatezza, di pertinenza e indispensabilità dei dati e delle informazioni da utilizzare.

   Copia di questa nostra “banca dati”, consultando la quale è possibile visionare il singolo documento originale, una volta portata a termine, sarà depositata all’Ufficio Anagrafe del comune di Altavilla Irpina che la potrà utilizzare nel modo che riterrà più opportuno soprattutto per le esigenze informative dei cittadini, considerata la facilità di consultazione. I singoli nominativi infatti sono elencati in ordine alfabetico e non cronologico. La "banca dati" sarà disponibile su Altavillahistorica man mano che si procederà con il lavoro di digitalizzazione e di elaborazione delle informazioni.Per alcuni cognomi consigliamo di effettuare la ricerca tenendo presente il cambiamento e quindi la corruzione alla quale alcuni di essi sono stati soggetti nel tempo. Ad esempio la voce Landolfo cambia in Landolfi, Mangino in Mancini, Villano in Villani, Gajta in Gaeta, di Avella in d'Avella e così via.

 

Nota:

   Nei documenti è sempre menzionata l'ora in cui avviene la nascita o altro, ora che non corrisponde ovviamente al computo di oggi. In Italia, a differenza di quanto avvenne negli altri stati, il giorno si misurava considerandolo terminato con il tramonto ossia con l’ora XXIV. Subito dopo il tramonto, iniziava quindi la prima ora del nuovo giorno. Più nello specifico, il nuovo giorno aveva inizio mezz’ora dopo il tramonto quando, con il suono delle campane, si annunciava l’Avemaria. Per i francesi, invece, così come per gran parte del resto d’Europa, il giorno era diviso in dodici parti, facendo corrispondere l’ora XII al mezzogiorno e alla mezzanotte. In questo modo il nuovo giorno non aveva inizio dopo il tramonto ma dalla mezzanotte.In campo ecclesiastico, invece, la suddivisione oraria e quindi del giorno era scandita in modo diverso:

   - nella notte, prima dell’alba c’era il mattutino ;

   - all'alba seguivano le lodi ;

   - alle 6.00   c’era l’ora prima ;

   - alle 9.00   c’era l’ora terza ;

   - alle 12.00 c’era l’ora sesta ;

   - alle 15.00 c’era l’ora nona ;

   - al tramonto c’erano i vespri ;

   - alla notte c’era infine la compieta, chiamata così (ad completorium) perché compie le ore canoniche.

    Già alla fine del ‘700, attraverso specifiche disposizioni, fatte nei vari stati della penisola, si cercò di uniformare il computo delle ore all’uso francese ma le resistenze e le consuetudini frenarono l’introduzione su larga scala di questa imposizione, malgrado, ad esempio, le norme emanate da Napoleone. Ad Altavilla, infatti, negli anni qui riportati, il computo delle ore veniva ancora fatto secondo l’uso antico.