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Piantina 3                        Via Tenente Giovanni Orefice

                                        già Via Macello - Taverna

Denominazione

Fonti documentarie

Descrizione e motivazioni

 

Via

Macello - Taverna

 

Stradario compilato dal perito Tartaglia Serafino Approvato con delibera Consiliare, n. 87 del 24-9-1868

Strada Macello e Taverna

“……Parallela alla strada Ponte ve ne esiste un’altra che parte dal largo della Piazza e va a congiungersi anche con la strada Pietre. La sua larghezza nel punto di partenza è di metri 5,00 e, percorso la lunghezza di metri 39,00, si allarga a metri 5,80. Da questo punto dilatandosi sul lato occidentale prende la larghezza di metri 10,30e, dopo l’intero suo cammino di metri 40,00, si restringe a metri 7,30…..”.

Via

Ten. Giovanni Orefice

Al momento non sono state reperite fonti che attestino la denominazione ufficiale.

Via Macello - Taverna. L’antica strada (da non confondere con quella successivamente denominata Via Macello la quale era ubicata diversamente rispetto alla via di cui stiamo parlando), prende il nome per la presenza sul posto dell’antico macello il quale, in passato, in ossequio alle norme di igiene pubblica, doveva necessariamente trovarsi fuori del centro abitato. In pratica si tratta, in grandi linee, dell’attuale Via Orefice che in epoca d’ancien regime corrispondeva ancora alla parte esterna del paese. In un documento del 1687 (inventario) si legge al riguardo di un terraneo che affacciava sulla piazza, adibito alla macellazione; nello specifico trattavasi di una …. casa terranea con due membri superiori piccoli sita..... nel luogo detto la piazza... nella quale stanza terranea al presente se fa lo macello della carne iuxta da tre parti la via pubblica……

( In: M. Severini. Collezione privata. Ibidem.Inventari )

OREFICE Giovanni, di Alfonso, Tenente nel 32' Fanteria. Medaglia d'argento (D.L. 7 febbraio 1918).

"Sotto il continuo, violento bombardamento nemico, percorreva, instancabile la posizione conquistata, soccorrendo i feriti ed infondendo in tutti i dipendenti, più con l'esempio che con le parole, nuovo vigore e nuova lena, finchè cadeva colpito a morte. Grazigna, 13 maggio 1917".

Medaglia di bronzo (D.L. 22 dicembre 1918):

"In ripetute circostanze di combattimento, dimostrava di possedere in alto grado belle virtù militari, e dava costante esempio ai suoi dipendenti di coraggio e fermezza. Roncegno, 16 maggio 1916".

“Albo d’oro degli Irpini, caduti, dispersi, feriti e decorati nella IV guerra di Redenzione 1915 – 1918 – Avellino 1928 nel X Annuale della Vittoria".LOGOridotto