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SentinellaIrpina 22 4 1888

LA STORIA DEI NOSTRI COMUNI

ALTAVILLA

VIII.

 

 Questo articolo, sebbene contenga molte inesattezze ed errori storici che il tempo e la ricerca hanno generosamente evidenziato, come il richiamo a Petilia, ad Houtteville di Normandia e a Federico II che dona il feudo ad Andrea de Capua, esso riporta tuttavia importanti informazioni sulla popolazione di Altavilla sicuramente tratte dai " registri della cancelleria angioina e aragonese, " custoditi presso il Grande Archivio di Stato di Napoli

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   Al dire di qualche scrittore, delle patrie storie, i Normanni guerreggiando, per la conquista di tutte quelle terre che poscia formarono il Regno delle due Sicilie, avendo trovato resistenza in una piccola terra detta Altacoda che non voleva riconoscere il loro dominio la presero e distrussero. Questa Altacoda era sorta dalla distruzione di Petilia, città degli Irpini, di cui si trova memoria nelle storie degli antichi tempi. Distrutta Altacoda dai Normanni, o distrutta prima per altre cause, il certo, si è che appena assodato, e proclamato il regno dellle due Sicilie, un Conte Normanno Signore di Filletto, e delle terre ove trovasi Altavilla, edificò quivi un castello, che, quale ricordo della lontana patria Altavilla di Normandia, disse Altavilla.

   Ben presto intorno a questo castello edificaronsi altre case, ed il nuovo paese poco dopo appare, nel catalogo del Borrelli, come feudo potente, dovendo Tancredi signore di Filletto ed Altavilla fornire al re cinque militi.

   Acquistò di mano in mano sempre maggiore estensione e popolazione, e nel 1320, dal già citato documento del grande archivio, nel quale stanno notate le tasse, che ogni comune doveva pagare al governo, rilevasi che Altavilla doveva pagare once diciotto, e grana quattordici.

   Tassata per fuochi 161 nel 1532, lo fu per 182 nel 1545, per 208 nel 1561, e per 325 nel 1695. In quest'epoca raggiunse dunque il massimo sviluppo come popolazione, giacchè nel 1648 la numerazione dei fuochi diete per Altavilla fuochi 250, che si ridussero a 120 nel 1669, dopo cioè che la memorabile peste del 1656 vi distrusse circa mille abitanti.

   Uno di que' paesi che nel lungo periodo della storia feudale, meno andò soggetto a cambiamento di dominatori fu Altavilla. Infatti tenuto Altavilla dai conti Normanni dalla fondazione fin quasi al 1200, dopo quest'epoca venne donata da Federico 2° ad Andrea di Capua. E da costui incomincia quella lunga serie dei di Capua, che tennero Altavilla, e di cui do un esatto e rapido cenno, ricavato dalle opere dell'Ammirato, del Campanile, Ciarlante, Riccio, Capasso, Della Morra, Ricca, Aldimari, ecc. ecc.

   Ad Andrea successe Bartolomeo 1°, a questi Giovanni Di Capua, ed`a costui il figlio Roberto, che dal Re Roberto D'Angiò , nel 1334 fu fatto Conte di Altavilla, e fu il primo Conte di questa casa, che sorta per opera d' ingegno, divenne man mano ricchissima di feudi e di titoli di nobiltà, perchè oltre all'essere Conti, furono pure principi della Riccia. A Roberto successe il secondo Conte di Altavilla Bartolomeo 2°, ed a questi Luigi, che morto nel 1397, lasciò erede il figlio Andrea 2°. A costui nel 1443 successe Ludovico, che nel seguente anno morì, e fu conte di Altavilla il figlio Andrea 3°. Costui, sesto Conte, morto senza eredi, perchè celibe, nel 1459, lasciò i feudi al fratello Francesco, ed il figlio Luigi che ereditò Altavilla nel 1489, essendo morto celibe nel 1497, rimase erede degl'immensi beni il fratello Bartolomeo di Capua che morì nel 1526. Luigi 3° di Capua suo figlio, fu decimo conte, e morì nel 1554, lasciando erede il figlio Giovanni. Costui ebbe una sola figlia a nome Ippolita, che alla morte del padre avvenuta nel 1588, rinunziando alle immense ricchezze, per fare che dalla sua casa non fossero allontanate, tutto donò allo zio Paterno Fabrizio. In questo modo, essendo nel 1594, successo nel feudo, il figlio di Fabrizio Vincenzo-Luigi, si estinse il ramo primogenito dei di Capua, e subentrò il ramo secondogenito, che perpetuando le avite glorie, nuovi titoli acquistò. Vincenzo-Luigi nel 1622 fu nominato Gran Conte di Altavilla. Morì nel 1627 e gli successe con lo stesso titolo il figlio Giovan Fabrizio. Indi nel 1645 Bartolomeo, ed a questi nel 1691 Giovambattista. Dopo del quale dal 1732 tenne il feudo altro Bartolomeo che morto nel 30 marzo 1702 senza eredi, fu l'ultimo Gran Conte di Altavilla. Ricaduti al fisco i suoi feudi, Altavilla non fu ad alcuno venduta, e divenne Università Regia, cioè senza feudatarii, e dipendente esclusivamente dal Governo.

   Altavilla giace su di un colle a 390 metri sul livello del mare, a chilometri, 17 da Avellino, al cui circondario appartiene.

   Capoluogo di Mandamento è uno di quei paesi della proviacia nei quali il soffio della civiltà, ha maggiormente fugata la caligine dell'oscurantismo. Vi ferve prosperosa l'industria, rappresentata largamente da abbastanza importanti opificii, fra' quali sono principali quelli per la macinazione dello zolfo, alimentati da miniere di questo minerale, di cui largamente si serve la nostra e le limitrofe province. Altavilla secondo l'ultimo censimento conta 5.207 abitanti.

   Or fa un anno allorchè terribile e minaccioso vi si sparse il colera, un uomo, non curante della propria vita, pur di poter strappare alla morte quella degli altri, apostolo del bene, penetrando dovunque, coi mezzi e con l'opera largamente fece quanto potevasi per i suoi concittadini. Alla sua volta attaccato dal morbo, pur stando lungamente alle prese con la morte, pensava ai sofferenti. Questo uomo era Federico Capone, che ho voluto ricordare come esempio da imitare, non per adulazione.

   Fra non molto Altavilla avrà, la stazione ferroviaria, stando sulla Linea in costruzione Avellino-Benevento.

   Vi sono in questo comune varie Società operaie, che io amerei meglio veder tutte fuse in una sola.

   In Altavilla si ammirano belli edifizii fra i quali è da annoverare primo fra tutti il palazzo degli antichi Principi della Riccia e Conti di Altavilla, dei Di Capua cioè: in questo palazzo dimorò alquanto tempo la regina di Napoli Costanza verso il 1400. Vi si ammira un bel tempio di mediocre architettura sebbene molto vasto.

     14 aprile 1888.

GIP. PEN.

( la firma è di Giuseppe Pennetti )