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IlMattino 8 11 1951

 

ALTAVILLA IRP., 7

   Con veramente encomiabile iniziativa, l'Ente Zolfi Italiani l'anno scorso costruì in questo Comune una moderna palazzina per gli zolfatari, ben rifinita e largamente dotata di accessori.

Recentemente poi venendo incontro ai bisogni degli operai delle nostre Miniere di zolfo - in maggioranza sprovvisti di idonee abitazioni e costretti a vivere in umidi e malsani pianterreni - ed apportando un prezioso contributo alla soluzione della crisi edilizia locate, il benemerito Ente, al quale va tributato il plauso e la riconoscenza cittadina, ha testé deliberato di costruirne altre sei, per le quali è in corso la scelta dell'area edificatoria.

Giustamente e seguendo un criterio logico e razionale, l'Ente Zolfi, a quanto ci è dato conoscere, preferirebbe che le nuove palazzine sorgessero in adiacenza, a quella precedente, dando così luogo ad una specie di quartiere speciale. E non c'e chi non veda come difatti tale soluzione sarebbe la migliore qualora la zona avesse i necessari requisiti, sia considerata a se stante, sia messa in rapporto con l'agglomerato edilizio cittadino e con gli orientamenti generali del suo sviluppo d’espansione.

L'ubicazione della precedente palazzina dell'Ente zolfi diede a suo tempo luogo a vivaci contrasti fra l’Autorità comunale e gli zolfatari locali; e purtroppo la questione davitò dal campo puramente tecnico in cui avrebbe dovuto essere contenuta.

   A noi basta porre in rilievo il fatto che tanto la via Capone in cui sorge la palazzina costruita, quanto la via Giardino che da essa si dirama e prosegue a monte, in cui si avrebbe in animo di costruire, offrono un disordinato ed irregolare piano stradale, proprio in quel punto assolutamente bisognoso di spostamenti, correzioni e rettifiche, con la demolizione anche di un fabbricato rurale occupando il centro stesso della strada, e che senza tale preliminare sarebbe irrazionale procedere a nuove costruzioni.

   Del resto a parte tutto ciò, il sito è fuori di mano, all’estremità dell’abitato e nella zona di via Capone (inframmezzata da preesistenti costruzioni e proseguente con quote di livello non atte a un prolungamento delle fognature) né ha la zona di via Giardinetto (occupata alla parte iniziale di levante dal un importante fabbricato in costruzione e alla parte terminale di ponente da un altro caseggiato) presentano libertà di spazio e di piano per una costruzione di così vasta mole e portata.

   Tutto dunque, consiglia un nuovo orientamento per l’esecuzione del filantropico piano dell’Ente zolfi, che è per noi di grandissimo vantaggio pubblico e di cui sarebbe enorme insipienza disconoscere la importanza o peggio ancora non valorizzzare convenientemente i benefici.

   E se è la mancanza di un apposito piano regolatore che non determina le zone da adibirsi a nuove costruzioni ed apre la via a tante divergenze e disordine di iniziative e di idee, noi rispondiamo che un piano regolatore esiste sin dal 1891, depositato negli archivi del Comune e purtroppo mai valorizzato e tenuto in quel conto che meriterebbe.

   Tale piano fu gratuita e spontanea elaborazione dell’ing. Francesco Zampari, comproprietario e direttore in quell'epoca delle nostre Miniere di Zolfo, insuperabile nel campo dell'ingegneria tecnica, ad onore e gloria del quale basta il progetto del grandioso Acquedotto pugliese fortunatamente condotto a termine: opera sua rivendicata dai figli e riconosciuta dall’Autorità giudiziaria.

   Perchè non ci si attiene a detto piano aggiornandolo e completandolo in qualche punto, ove sia necessario, e perchè non si procede alla regolamentare approvazione e deposito di esso?

   In detto piano l’ing. Zampari tracciava fra le altre una nuova traversa, che partiva dalla stessa via Federico Capone al suo incrocio con via Maria Luisa, e cioè in pieno abitato - circa 200 metri a valle della palazzina dell'Ente e del bivio di via Giardino - Questa traversa, sviluppatasi in direzione Nord-Sud, parallelamente a via Giardinetto, si dirigeva verso via Orni con un percorso totale di circa 300 metri, di cui circa due terze parti rientranti nell’ambito del centro abitato.

   Alla parte centrale di questa progettata strada traversale è stata già deliberata la costruzione del nuovo edificio scolastico, che avrà uno sviluppo considerevole: qualora le palazzine dell’Ente zolfi sorgessero lungo quel nuovo filo stradale, verrebbe a crearsi, in pieno abitato, una notevole arteria, che da via Federico Capone oltrepasserebbe via delle Vigne e verrebbe a raggiungere via Orni, in prossimità della zona ove sono state proprio ora costruite le cinque palazzine dell’INA-CASA, da allacciarsi queste ultime, con altra costruenda traversa, alla sottostante via Giardinetto.

   Si avrebbero, con questa soluzione, due nuove arterie stradali, una parallela all'altra e la possibilità di una espansione edilizia su piano razionale di largo sviluppo, in buona parte contiguo alte strade cittadine preesistenti e nelle periferie della zona centrale dell'abitato.

Abbiamo piena fiducia che il benemerito Ente Zolfi Italiani eminente fattore di sviluppo e di progresso vorrà studiare a fondo l'importante problema e venire incontro alle aspirazioni e agli interessi sia della cittadinanza, sia degli stessi zolfatari che di essa fanno parte.