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Categoria principale: 13.2 Giornali ed estratti
Categoria: 13.2.1 Miniera S.A.I.M.
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1953

CRONACA DI AVELLINO E PROVINCIA

 85 licenziamenti alle miniere di Altavilla - la C.d.L. chiede la convocazione delle parti - La lettera dell’organizzazione sindacale unitaria - palese violazione dei diritti degli operai - che ne pensa il prefetto?

 (Dal quotidiano “L’UNITA’ DELLA CAMPANIA“ Sabato 20 giugno 1953)

 ALTAVILLA IRPINA,19 giugno

    Sconfitto dalle libere coscienze operaie e dei lavoratori democratici dell’Irpinia e della nostra città, che hanno dato ai partiti dei lavoratori 900 voti contro i 317 dell’anno scorso, il “comandante Capone” si vendica ora attuandolicenziamentidi padri di famiglia di nulla colpevoli se non di sentirsi uomini liberi e civili. Sulla cosa, che ha dolorosamente colpito tutti i cittadini, anche la stampa padronale piange lacrime di coccodrillo. Il “Tempo” si distingue in questo postumo pentimento. Perché il “Tempo” non scrive che la responsabilità è dei Liberi Sindacati che sono d’accordo i padroni? Perché non scrive che l’anno scorso la sede sindacale liberina divenne il centro di propaganda elettorale per il padrone? Perché i Liberi Sindacati invitati dalla Camera Confederale del Lavoro a condurre un’azione unitaria in difesa dei minatori contro i licenziamenti si sono rifiutati? La C.C.d.L. ha intanto inviato al Preftto la lettera che trascriviamo chiedendo l’immediata convocazione delle parti. Agli operai la Camera del Lavoro ha lanciato un appello all’unità, all’azione solidale e coraggiosa per riconquistare tutta intera la libertà e la dignità umana nella miniera.

    In data 15 giugno presso le miniere di zolfo SAIM di Altavilla Irpina sono stati licenziati i primi 35 operai definiti “stagionali” e fra pochi giorni altri 50 lavoratori subiranno la medesima,infelice sorte, qualora non si trovasse la giusta via per spezzare la tracotanza padronale.

    Per Sua conoscenza ricorderemo alcuni fatti che riguardano le miniere di Altavilla Irpina

    Nel 1948 per dolorosi motivi che non è il caso di ripetere i padroni delle miniere riuscirono, prospettando speciosi motivi di ordine tecnico ed economico, a far dichiarare “stagionale” il lavoro delle miniere. Cosa inaudita se si pensi che l’unica miniera italiana (del settore zolfo) che abbia avuto siffatto riconoscimento è quella di Altavilla. I padroni puntavano a due cose: allontanare dall’Azienda il nucleo più combattivo, più vigile degli operai nell’azione di difesa degli interessi collettivi e dall’altra truffare letteralmente a circa 600 operai, uomini e donne, parte notevole del loro salario, delle indennità che ormai non maturano più in quanto ogni anno il rapporto di lavoro viene spezzato.

    Che si trattasse di motivi inesistenti è dimostrato dai seguenti fatti:

 - 1) da decenni il lavoro in miniera era sempre stato continuativo; - 2) in seguito a lotte operaie l’Azienda ha poi assunto sia pure per pochi mesi all’anno – quando cioè nonostante i cottimo di supersfruttamento avevano bisogno di altra manodopera - prima i 50 “stagionali” e poi gli ultimi 35 rimasti fuori dalla miniera; - 3) furono licenziati tutti i membri della vecchia Commissione Interna, tutti i più vecchi e generosi operai con 40, 35, 30 anni di servizio ininterrotto; - 4) l’anno scorso, infine, in un accordo con i Liberi Sindacati, l’Azienda si impegnò ad annullare il “carattere di stagionalità” venuto armai a mancare, secondo la versione tecnica dei dirigenti industriali.

   Invece eccoci di nuovo ai licenziamenti che hanno impressionato e messo in allarme la popolazione e finanche la stampa di ogni colore e che, comunque, non è certo molto sensibile ai bisogni del mondo del lavoro della nostra provincia.

    Rappresaglia politica, sindacale? Non vogliamo fare della polemica. Ma è certo che si tratta di violazione di tutti i diritti naturali degli operai, violazione del carattere oggettivo del lavoro (la SAIM si badi ha una concessione governativa e non può, non deve fare i suoi comodi, violazione del contratto di lavoro che all’art. 11 per riduzione di lavoro prevede non i licenziamenti ma la riduzione sia pure limitata dell’orario di lavoro, degli straordinari, ecc., prima di mettere sul lastrico circa cento famiglie.

    Questi i fatti molto seri e gravi che noi denunziamo, sicuri che Ella con la Sua particolare comprensione vorrà subito disporre per un incontro fra le parti, per un esame definitivo della situazione presso le miniere ripristinando il rispetto della legge mineraria e dei diritti calpestati in danno degli operai e delle loro famiglie.

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