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LaRegione 20 12 1959

ALTAVILLA IRPINA - (P.E. Capone).

   Il 10 c.m. , ha avuto luogo 1'Assemblea della SAIM, la quale è stata piuttosto movimentata.

   Gli azionisti della minoranza hanno dimostrato maggiore impegno e responsabilità che nel passato. Con le loro precise osservazioni e fondati rilievi hanno messo in difficoltà gli amministratori.

   L'operato di questi è stato difeso, come nel passato, dal Prof. Graziano, la cui valentìa e la cui dialettica non sono riuscite, però, a ridurre la responsabilità degli stessi e la realtà delle cose.

   Anche la votazione per la elezione dei nuovi amministratori (nuovi per modo di dire) è stata movimentata. Il Prof. Graziano ha sostenuto, con vigore degno di migliore causa, la tesi secondo cui 1'elezione si sarebbe dovuta fare per appello nominale o addirittura per acclamazione. Nonostante l'autorità ed il prestigio del suo sostenitore, la tesi non è stata accolta. La votazione è stata fatta con voto segreto. Però, non sappiamo se per colpa dei vari direttori e vice direttori per altre cause, la votazione, a rigore di termini, non è stata del tutto regolare, tanto vero che è stata avanzata qualche proposta per la ripetizione di essa.

   Nella relazione degli amministratori non si parla che di crisi. La crisi sembra ormai cronica nella SAIM. In quella dei sindaci, invece, tutto è a posto: contabilità. verifica di cassa, ecc....

Molto importante è stata giudicata la relazione dell'azionista Vincenzo Miele, nella quale ci sono, tra l'altro, quasi tutti i rilievi da noi fatti a suo tempo e pubblicati sulle colonne di questo periodico circa il modus vivendi della SAIM.

   Il Miele ha osservato che nel bilancio e nelle relazioni del Consiglio d'Amministrazione e del Collegio sindacale “di tutto si parla meno che del problema principale intorno al quale dovrebbero girare tutte le ruote” e cioè del capitale sociale.

   Dopo tutti i suoi lenti e graduali aumenti effettuati col contagocce volutamente in vane riprese, non si è - ha detto Miele - riusciti a portare la nave in porto, nel senso di normalizzare 1'azienda secondo la sua reale consistenza. I 500 milioni di capitale sociale sono reali o apparenti? Se sono apparenti bisogna portarli alla realtà, se sono reali vuol dire che si è sulla strada del fallimento.

   Quest'ultima ipotesi è da scartare, secondo il Miele, perchè la SAIM con tutti i vantaggi che ha rispetto alle altre industrie zolfifere (vicinanza alla stazione ferroviaria, due centrali termoelettriche, un fiume che porta via quasi tutti i detriti ecc.) non può fallire. Ma ciò dipende appunto dalla capacità, dalla buona volontà, dall'attività, dallo spirito organizzativo degli amministratori. Il discorso, perciò, sarebbe necessariamente lungo.

   Ci proponiamo di tornare sull’argomento.

(P.E. Capone).