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Categoria: 13.2.1 Miniera S.A.I.M.
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CorriereIrpinia 13 7 1963

   Ai comunisti, cui non par vero di innestare la consueta speculazione politica anche in questi episodi del tipo di quello che i dirigenti della SA IM di Altavilla Irpina stanno per provocare con la decisione gravissima di voler ridimensionare l'attività della vecchia e così rinomata miniera facendo fuori i due terzi delle maestranze nate e cresciute nel lavoro minerario, non vale la pena di rispondere ai loro insulsi e stupidi manifesti.

   Quand'essi affermano che quello che avviene per i minatori di Altavilla Irpina sarebbe la conseguenza di una certa politica della D. C., sanno di essere nel solito falso cui ricorrono ogni volta che si presenta l'occasione, per erudire il pupo e tirare l'acqua al loro mulino politico.

   Ma, quale che sia la speculazione comunista che deve considerarsi alla stregua di un mero espediente propagandistico, bisogna pur dire che questa storia dei licenziamenti che vorrebbe attuare a brevissima scadenza la SAIM si profila come una delle più gravi iatture che colpisce al cuore un paese ed una popolazione che nelle miniere di zolfo la massima parte del reddito trovavano nella durissima fatica estrattiva.

   Lavoratori che tutta una vita, dall’alba al tramonto, tenacemente, spesso sacrificando gli anni più belli e fecondi alla terribile avventura quotidiana, nelle visceri della terra ove erano soliti scendere spesso rischiando e talvolta cedendo il meglio della loro stessa vitalità, rischiano di trovarsi da un giorno all'altro sul lastrico e neppure atti a ricominciare daccapo in altra attività lavorativa.

   Ciò dimostra che il problema dei duecento minatori sul cui capo sta la spada di Damocle dell' imminente licenziamento deve essere affrontato con decisione oltre che con comprensione e bisognerà stabilire fino a qual punto potrà essere abbandonato a se stesso il dramma degli operai altavillesi.

   Noi sappiamo che una riunione di parlamentari e di amministratori avrà luogo nella mattinata di sabato e che ogni particolare aspetto del gravissimo problema sarà convenientemente approfondito nel corso di un incontro con gli stessi amministratori della miniera.

   E siamo certi che il dramma delle famiglie che rischiano di trovarsi da un momento all'altro senza quel lavoro che era per essi il pane quotidiano non mancherà di essere al centro di ogni proficuo tentativo di soluzione ragionevole ed umana.

   Forse non sarà difficile allontanare, almeno per il momento, la data del licenziamento; forse qualcuno potrà pur suggerire qualcosa che valga a dare serenità e tranquillità ai lavoratori interessati.

   Ma, quale che sarà la conclusione di questi interventi, noi vorremmo rassicurare le maestranze altavillesi della piena e totale solidarietà per esse che va manifestata ad ogni livello politico ed amministrativo.

   Se gli amministratori della SAIM hanno delle buone ragioni, quelle dei lavoratori non sono da meno.

   Sappiano, questi lavoratori, attendere con calma e serenità gli sviluppi della situazione.

   E non si lascino eccitare da coloro che hanno interesse a fomentarli: i politici che andranno a studiare per la buona soluzione della difficile situazione che minaccia quelle maestranze meritano fiducia e credito.

   Certamente non ne meritano di più, quelli di una certa parte politica cui questi improvvisi cedimenti in un settore industriale danno l’esca per la solita propaganda di odio che, di sicuro, non serve affatto alla soluzione del problema!

ANGELO SCALPATI

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