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Roma 8 12 1965

 

AVELLINO, 7 dicembre 1965

   La situazione delle miniere zolfifere SAIM di Altavilla Irpina ha costituito l'unico argomento di cui si è interessato il Consiglio Provinciale nella prima seduta della sessione straordinaria e dobbiamo dire che lo ha fatto con serenità, serietà e profondità di giudizio, talchè l'ordine del giorno che ne è venuto fuori è stato accolto unanimemente da tutte le parti politiche.

   Per comodità dei lettori facciamo un breve cenno della vicenda, senza essere costretti a ricostruirla attraverso i discorsi specialmente dei relatori di una mozione presentata il 3 settembre di quest'anno. In questa data di fronte al provvedimento di licenziamento di un centinaio di unità lavorative della SAIM i consiglieri provinciali Barra, Villani e Vetrano presentarono una mozione perchè fosse dibattuto una per tutte il problema delle miniere zolfifere di Altavilla Irpina.

   Comunque per l’intervento del Prefetto e di altre autorità provinciali, la SAIM soprassedette ai licenziamenti fino al 31 luglio 1966 ed ottenne che per questo periodo gli operai rinunciassero ad un appannaggio extracontrattuale di L. 5mila che avrebbe dato alla miniera in tutto un risparmio di 10 milioni per tutto il periodo.

   A fine luglio gli operai avrebbero dovuto essere licenziati. Pare, per quanto è stato dato di capire, che detta tregua sia stata rotta dai sindacati, per cui gli amministratori della miniera, ritenendosi liberi da impegni, rinunciarono a prendere quelli gia presi ed operarono il licenziamento di 96 unità con decorrenza 1° gennaio 1966; anzi essi dissero che avrebbero continuato a pagare questi operai (circa tre mesi), che non avrebbero voluto che comunque andassero a lavorare. Da qui lo sciopero: uno sciopero assurdo perchè mentre i licenziati continuano a percepire il salario, gli scioperanti per solidarietà hanno avuto sospese le paghe.

   Alla vicenda sindacale se n'è aggiunta una di più vaste proporzioni ed è quella del ridimensionamento della miniera; questa produce due specie di zolfo, quello ventilato, che viene usato come anticrittogamico (solforazione) in agricoltura e quello fuso (in pani) che viene usato in industria. Orbene la SAIM ha fatto sapere che di fronte alla concorrenza americana, che sbarca zolfo in Europa ad un prezzo di gran lunga inferiore a quello delle miniere italiane (parte di queste, infatti, hanno dovuto chiudere su segnalazione del MEC), non avrebbe potuto continuare a produrre lo zolfo fuso e quindi avrebbe abbandonato questa produzione, preferendo acquistare e distribuire alla propria clientela quello americano.

   Tale comunicazione è stata fatta dal capo delle miniere, che ha chiesto alla Prefettura, alla Provincia, alla Camera del Commercio e al Comune di Altavilla Irpina il loro parere in merito a questa riduzione nell’attività mineraria con conseguente licenziamento di operai.

   La mozione su cui si è discusso fu presentata in occasione del primitivo licenziamento; ad essa, quindi, si è aggiunta la richiesta del Distretto minerario, per cui la discussione è stata abbinata, per quel che si dirà in seguito.

Il primo a prendere la parola è stato l'avv. Barra, primo firmatario della mozione, il quale facendo la storia della vicenda, ha detto che oggi il problema ha travalicato da quello che poteva essere un problema strettamente sindacale, in quanto riguarda l'economia dell'intera provincia, di cui Altavilla Irpina è l’unico centro minerario.

   L'anno cruciale della SAIM è il 1959 quando l'industria zolfifera irpina prospettò la carenza della propria attività in relazione alla concorrenza degli zolfi siciliani, che producevano in condizioni più favorevoli, in quanto quelle industrie ricevevano aiuti dalla Regione a statuto speciale. Comunque dal 1959 ad oggi non vi è stato nessun fatto nuovo, per cui si possa giustificare il ridimensionamento dell'azienda, anche se si sono prospettate delle difficoltà di carattere internazionale. Dopo aver posto l'accento sulla trasformazione della ragione sociale dell'azienda, che da attività estrattiva-industriale passa ad una attività di carattere commerciale, l'avv. Barra ha detto che bisognerà procedere agli accertamenti dei giacimenti prima di poter consentire tale ridimensionamento. Si è interessato poi al problema sindacale. Concludendo, egli ha detto che bisogna invitare la SAIM a recedere dai licenziamenti, in vista di un provvedimento governativo, che è in preparazione, secondo cui si verrà incontro alle industrie zolfifere e di dare, quindi, parere contrario al Corpo minerario sulla richiesta di trasformazione avanzata dalla SAIM. Nel caso estremo, si chiegga al Ministero competente la decadenza della SAIM dalla concessione dell'estrazione, in quanto non si verificano più le condizioni che circa un secolo fa le determinarono.

   L'avv. Villani, altro consigliere provinciale del Collegio di Altavilla ha portato la sua adesione alla tesi Barra e ha detto che appaiono ingiustificate le apprensioni della Miniera, dal momento che i1 conflitto del Vietnam ha fatto aumentare la richiesta della zolfo anche sul mercato nazionale; nel 1963 si sarebbero esaurite le scorte, talmente che nell'anno successivo non si potè assicurare tutto i1 fabbisogno nazionale. Dopo un duro attacco al Ministro dell’Industria che avrebbe potuto gia revocare le concessioni, l'avv. Villani ha detto che per far presto occorrerebbe che gli aiuti alle Miniere zolfifere venissero concessi con decreto legge e non con legge, i1 che affretterebbe la procedura. Bisognerebbe, inoltre, fare un voto al Governo per l'isolamento del mercato italiano da quello europeo per lo meno fino al 1968.

   Il dott. Vetrano della CGIL ha fatto un'ampia relazione soprattutto sui rapporti internazionali del mercato zolfifero e ha detto come la SAIM si sia andata sempre più restringendo, talchè dalle 810 unità lavorative del 1946 si è scesi alle 203 unità, che dovrebbero, con i prospettati licenziamenti, scendere ulteriormente di 96 unità. E' vero che, vi è stato un calare del 25% sul prezzo dello zolfo, ma questo è stato successivamente riassorbito, sicchè le 12 miniere che furono chiuse, molto probabilmente riapriranno i battenti. La domanda sarebbe aumentata sul mercato internazionale del 10% per cui si è avuto il riassorbimento di tutto il prodotto degli USA, Messico, Canada e Francia, che sono forti produttori. Comunque il dott. Vetrano ha insistito sulla revoca delle concessioni.

   Su questa prima parte del dibattito sono intervenuti i consiglieri provinciali avv. Ferraro, prof. Grimaldi, e avv. Troiano

   L'avv. Mastromarino, quindi, nella sua la qualità di assessore ha riferito sulla richiesta di parere del Corpo Minerario ed ha letto a tal proposito la risposta (negativa) della Prefettura e del Comune di Altavilla Irpina. la Prefettura in particolar modo ha fatto sapere che non vi è alcun fatto nuovo, per cui appaiono ingiustificati i licenziamenti prima del 31 luglio 1966.

   Su questa seconda parte hanno interloquito i consiglieri Pasquale Grasso e Vetrano, sicchè il Presidente prof. Ingrisano ha potuto riassumere la discussione dando innanzi tutto atto della serenità e profondità del dibattito, che esalta la funzione del Consiglio Provinciale. Gli amministratori della SAIM, ha detto il prof. Ingrisano, facevano le loro considerazioni quando prospettavano i licenziamenti al 31 luglio; ora non si spiega come questi vengano caparbiamente anticipati. Egli ha tentato un componimento della vertenza, intervenendo personalmente. Ma si è trovato di fronte ad una proterva e caparbia volontà degli amministratori della Miniera. Al fine di poter decidere in via unitaria sulla richiesta del corpo minerario, il Presidente ha invitato i capigruppo ad appartarsi per potere stilare un ordine del giorno da sottoporre all'approvazione del Consiglio. Non ci e voluto molto, sicchè dopo circa mezz'ora di sospensione il Presidente stesso poteva leggere il seguente ordine del giorno:

   “Il Consiglio Provinciale ascoltata la relazione dei presentatori della mozione sulla situazione della miniera SAIM di Altavilla Irpina e quella dell'Assessore provinciale Mastromarino in ordine al parere richiesto dal Corpo delle Miniere sulla proposta di ridimensionamento della miniera;

     letto il parere espresso dalla Commissione Consiliare per lo sviluppo economico e udita la replica del Presidente a conclusione dell'approfondito dibattito consiliare;

     All'unanimità delibera:

     invitare la SAIM a revocare il provvedimento di licenziamento anche in relazione ai preannunciati provvedimenti legislativi, di cui si sollecita la urgente ed immediata approvazione da parte del Parlamento;

     esprime parere contrario al progettato programma di esercizio presentato dalla SAIM per le seguenti considerazioni;

     1 - la richiesta di ridimensionamento della Miniera deve considerarsi allo stato intempestiva al momento che, come risulta dagli atti in possesso della Prefettura di Avellino, la SAIM ha esplicitamente riconosciuto la possibilità di proseguire la produzione dello zolfo fuso fino at 31 luglio 1966;

     2 - il ridimensionamento si identificherebbe nella totale eliminazione della produzione dello zolfo fuso, il che sarebbe in aperta violazione delle condizioni vincolative delle concessioni, le quali pongono a base dell'attività della miniera la estrazione del metalloide;

     3 - subordinatamente il ridimensionamento in parola potrebbe essere valutato esclusivamente dopo un accertamento geologico per determinare le oggettive entità del giacimento, sia al fine di esaminare la possibilità di verticalizzazione degli impianti attraverso sistemi più moderni di estrazione, sia al fine di valutare la eventuale riconversione in attività industriali connesse alla estrazione;

     4 - riservarsi all'esito ogni ulteriore proposta di provvedimenti atti a salvaguardare l'economia della provincia attraverso la prosecuzione dell'attività produttiva e per la tutela dell'occupazione operaia”.

   Dopo di che i lavori sono stati aggiornati alla seduta di ieri; i comunisti avevano cercato, per motivi evidenti, di protrarre la seduta per ascoltare la relazione del Presidente sull’ASITA (che si vuole provincializzare).

   In apertura di seduta vi era stata la solita presentazione di interrogazioni.

   L'avv. Filippone, aveva lamentato che non fossero stati letti i verbali delle sedute precedenti, che è un adempimento richiesto dalla Legge (non si è capito perchè ha recriminato tanto!); inoltre ha interrogato il Presidente sulla questione dell'alloggio al Provveditore, l'assessore Salverino De Vito per sapere che cosa ne pensasse del bilancio 1965 dal momento che quando questo fu approvato egli era in USA e il voto delle destre fu determinante; l'assessore alle finanze avv. Clemente dovrà dire quando intende presentare il bilancio di previsione per il 1966 (anche subito ha risposto pronto il Presidente!);

   L'avv. Quagliariello ha presentato interrogazioni sulle somme pagate agli avvocati per compensi, sulla cerimonia di consegna delle medaglie ricordo ai consiglieri della passata amministrazione, sull'inizio dei lavori per la strada S. Angelo dei Lombardi - Morra De Sanctis, sulla mancata erogazione di combustibile al Liceo Scientifico, su alcuni contributi sportivi, sulla concessione di un vano per i consiglieri provinciali, sui contributi che la provincia intende erogare per un “ciclone” abbattutosi sull'Alta Irpinia (di cui si hanno scarse notizie!), sulle condizioni di statica dei soffitti dell'Ospedale civile di Avellino. Ha presentato inoltre una mozione per l'amplificazione delle trasmissioni televisive nell'Alta Valle del Sele;

   L'avv. Ferraro ha presentato due mozioni, una sulla cattiva ricezione del 2° canale nel Vallo di Lauro e un'altra per invitare un Istituto di Credito irpino ad aprire agenzie a Lauro e Cervinara dopo il ritiro della Banca di Nola.

   Il comunista Grasso ha interrogato il Presidente per sapere le linee che lo ispireranno nella sua azione presso il Comitato Regionale della programmazione.