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   Il breve articolo che segue, ricco di inediti contenuti e soprattutto confortato da riferimenti d’archivio, spesso trascurati da molti,  contiene l’interessante cronistoria della loggia 219 intitolata ad Altavilla Irpina, fondata da nostri concittadini a Philadelphia, in America,  nel lontano 1914.

  Il presente articolo è stato in precedenza pubblicato sul periodico parrocchiale “San Pellegrino Martire, n° 3, settembre 2022”, ed inviatoci dall'autore per la pubblicazione sul nostro sito.

 
 
 
C’era una volta in America
 
La loggia ‘’Altavilla Irpina’’ di Philadelphia
 
(di Andrea Squittieri)
 
Al 2019 oltre sedici milioni di statunitensi dichiaravano di avere ascendenza italiana, rendendo così la comunità italoamericana il quinto gruppo etnico più numeroso del Paese transoceanico 1 . Gli italiani volsero il proprio sguardo agli Stati Uniti prevalentemente tra il 1880 e il 1914, periodo a seguito del quale il suolo americano arrivò ad ospitare ben quattro milioni di cittadini della Penisola2 .  Pur essendo questi ultimi prevalentemente locati a New York, la maggior parte degli immigrati altavillesi scelse di soggiornare a Philadelphia, Pennsylvania, riunendosi attorno alla figura del compaesano Padre Angelo Caruso, lì parroco della Chiesa di Maria SS. del Buonconsiglio dal 1897 al 1911 nonché eminente cronista dell’esodo italiano. Proprio dai giornali di quella che fu la prima capitale degli Stati Uniti si apprende una notizia inedita e di profondo interesse per la nostra comunità: l’esistenza, a partire da inizio ‘900, della  loggia 219  dell’Ordine dei Figli d’Italia in America intitolata ad Altavilla Irpina. Tale Ordine, diffuso ancora oggi su tutto il territorio nazionale degli Stati Uniti mediante numerose logge, dal 1905 si pone l’obiettivo di favorire la crescita culturale, economica e sociale dei cittadini italiani in USA. La scoperta è avvenuta a partire dai bilanci della loggia in questione, pubblicati, assieme a quelli di tutte le omologhe della Pennsylvania, sul giornale in lingua italiana ‘’La Libera Parola’’, del quale abbiamo rinvenuto diverse copie digitalizzate sul portale www.newspapers.com.  Da tali pubblicazioni si evince un’intensa attività di tutela economica a favore delle famiglie, leggiamo dal fondo unico mortuario pubblicato su ‘’La Libera Parola’’ del 19 settembre 1920: ‘’ Bruno Giovanni, di anni 23, della loggia Altavilla Irpina morto il 17 ottobre 1918 al fronte in Francia, dollari 400.’’  Nell’edizione del 9 giugno 1917, invece, il segretario archivista S. Iannantuoni informa che ‘’l’assemblea deliberò un voto di fiducia per il nostro Grande Venerabile ed un voto di disprezzo per i suoi nemici’’. Pur utilizzando appellativi eloquenti, la Loggia e l’Ordine si dichiarano non affiliati alla massoneria. A confermarlo sono il Presidente della Gran Loggia della Pennsylvania, Michael Cerruti, e la redattrice Linda Mondelli, dai quali, con estrema disponibilità e cortesia, riceviamo e pubblichiamo gli atti di fondazione originali della Loggia ‘’Altavilla Irpina’’.  La Domanda di Dispensa fu inoltrata al Gran Concilio dello Stato di Pennsylvania dell’Ordine Figli d’Italia l’11 gennaio 1914, consequenzialmente la Loggia fu ‘’iniziata’’ il 22 febbraio dello stesso anno (come scritto manualmente nella parte superiore del documento). Firmatari della domanda furono Pellegrino Amato, Aurelio Bottiglieri e Michelangelo Pileggi, i quali attestarono la propria integrità morale e fisica rispettivamente con una dichiarazione di mallevadoriae un certificato medico .  L’ onomastica altavillese risuona nettamente tra le restanti circa sessanta firme di soci fondatori, ulteriormente corredate dagli indirizzi tra cui :
Eugenio Vardaro 1012 Jefferson st.,
Giovanni Papa    931 Tasker st.,
Francesco Cirelli 757 S. Mildred st.,
Pellegrino Bosco 820 S. Mildred st.
   Quattro esempi di nominativi che potrebbero figurare all’ingresso di qualsiasi abitazione altavillese senza destare sospetti; ma che in realtà si legano a sobborghi di caseggiati di mattoni rossi dall’altra parte dell’oceano e a vite riguardo le quali possiamo asserire ben poco che non sia frutto della fantasia. Fa eccezione il caso dell’ultimo degli uomini citati, Pellegrino Bosco, grazie al necrologio dello stesso apparso sul ‘’Philadelphia Inquirer’’ del 17 giugno 1964. Si apprende che egli, nato ad Altavilla Irpina il 16 settembre 1882, giunse negli Stati Uniti d’America il 9 aprile 19063 e trovò impiego presso la città di Philadelphia come netturbino fino al pensionamento avvenuto nel 1957. Sposato con la compatriota e probabile compaesana Francesca Pescatore, ebbe un figlio e tre figlie tutti recentemente venuti a mancare. Passato a miglior vita il 15 giugno 1964, riposa con la consorte nell’Holy Cross Cemetery di Yeadon, Delaware County, al di sotto di una splendida pietra tombale sormontata da un angelo.
   Le informazioni ritrovate vanno a costituire un altro tassello nel processo di ricostruzione delle radici altavillesi all’estero, parti dell’albero forte e rigoglioso della comunità. La loggia ha cessato di esistere solo nell’aprile 2020, pertanto la quasi totalità degli avvenimenti che la riguardano è ancora avvolta dal mistero. Ulteriori documenti su di essa sono stati individuati presso l’Università del Minnesota a Minneapolis, da dove ci ripromettiamo di recuperarli in nome della passione per Altavilla e per la sua storia.
 Il ritrovamento degli articoli di giornale presentati è stato possibile solo grazie alle conoscenze informatiche di Matteo Cavaliere, al quale va un sentito ringraziamento nonché parte dei meriti.
 
 
Note: